3.3.07

Università, l'allarme di Mussi: "E' una mattanza"

A Bologna presentata la ricerca di AlmaLaurea sui studio e occupazione
Università, pochi laureati e poco lavoro
Il ministro: "Le imprese cercano analfabeti". Prodi: "Scissione tra domanda e offerta"
Damiano: "Non vogliamo abrogare la legge Biagi ma solo modificarla"



BOLOGNA - "E' la mattanza dei laureati". A Bologna per una tavola rotonda su università e mondo del lavoro il ministro Fabio Mussi non usa mezzi termini per commentare i numeri di una ricerca di Almalaurea sui livelli occupazionali dei laureati in Italia e in Europa. "Il paese si deve dare una mossa serve una scossa o altrimenti l'Italia non si riprenderà mai stabilmente". Parole che confermano cifre davvero allarmanti. "Abbiamo 12,5 laureati su 100, nella fascia tra i 24 e i 35 anni: la metà della media europea".

Stesso deficit anche per quanto riguarda gli universitari "che sono 1,8 milioni di studenti rappresentano meno della media europea", mentre crescono i "fuori corso" con "21,5 studenti persi tra il primo e il secondo anno di università". Le colpe di un sistema che arranca? Secondo Mussi vanno cercate nella bassa composizione intellettuale del mercato del lavoro: "Le imprese cercano analfabeti". Del resto le statistiche confermano "la bassa propensione ad investire in ricerca e sviluppo". "Fa spavento il 2,3% di investimenti italiani sul valore aggiunto, cioè sulla ricchezza nuova prodotta - spiega Mussi - Mentre la media europea è del 5,5, la Germania è al 7,5, gli Stati Uniti all'8,7 e il Giappone al 9,6".

Prodi: "Scissione tra domanda e offerta". "L'analisi di Mussi trova sponda nelle parole di Romano Prodi, anche lui presente al convegno bolognese. "Vedo un problema enorme di mancanza di incontro tra domanda e offerta, flessibilità e adattamento - dice il premier -. Non è consolante vedere la scissione tra il tipo di preparazione e il mercato del lavoro che è un fenomeno generale in Europa e non solo in Italia". Prodi torna poi ad insistere sull'importanza dello sviluppo delle scuole tecniche per un paese manifatturiero come l'Italia: "Serve una legge e una rete nazionale".

Damiano: "Modificheremo la Biagi". "Le forme di lavoro estremamente precarie prodotte dalla legge 30 a mio avviso possono essere cancellate, come del resto abbiamo scritto nel programma dell'Unione. Penso ad esempio al lavoro a chiamata". Il ministro del Lavoro Cesare Damiano conferma così quello che è uno dei punti su cui il governo si è impegnato ad agire. Il punto di partenza è circoscrivere la precarità: "C'è da correggere il tempo determinato, non possiamo consentire una ripetizione all'infinito dell'utilizzo di lavoro a termine e poi c'è il problema del part-time".

(Repubblica.it, 3 marzo 2007)

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