30.5.06

Caro ministro Mussi...

(AprileOnLine.Info n. 172 del 29/05/2006)

Pubblichiamo la lettera aperta pervenutaci a firma di docenti e ricercatori e la lettera sottoscritta da numerose sigle sindacali
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La lettera aperta inviata da docenti e ricercatori universitari

On. ministro Fabio Mussi,
un governo che non scommetta sul futuro del proprio Paese - lo sappiamo - e' un governo votato al suicidio.
Da anni nell'Universita' italiana e' in atto un processo di degrado sul fronte scientifico, culturale, istituzionale che ha quasi fatto dimenticare ai piu' le premesse originarie di questa nobile quanto importante Istituzione formativa: quelle di essere il luogo privilegiato ed alto dell'elaborazione e della trasmissione del sapere critico, non subordinato a nessuna forma di potere.
E' in atto da tempo, per responsabilita' varie e diverse, una inquietante deriva dell'istituzione pubblica, della res publica, confinata a rango di istituzione marginale, quasi improduttiva, spesso sospettata, a volte a ragione, di inquinamenti clientelari.
I finanziamenti per la ricerca scientifica sono in continua diminuzione e di molto inferiori alla quota loro riservata dai paesi europei con i quali pure condividiamo politiche e obiettivi sociali. Ai giovani e promettenti laureati e' quasi negato, a priori e indipendentemente dai loro meriti, la possibilita' di accedere ai ruoli accademici. La piaga del precariato, in gran forma dentro l'Universita', svilisce e mortifica aspettative e speranze. La didattica, l'insegnamento, e' sotto lo schiaffo di continue innovazioni moderniste, spesso contraddittorie, approssimative e senza che, fino ad oggi, si sia fatta una seria e circostanziata verifica su cio' che ha prodotto la politica del "3+2", quella dei crediti di studio e la laurea triennale. Gli studenti sono smarriti, confusi, incapaci spesso di orientarsi in questo dedalo intricato di lauree brevi, master, specializzazioni, diplomi, eccetera. L'istituto del Dottorato di Ricerca (tra le novita' piu' interessanti introdotte dalla legge 382/80, insieme ai Dipartimenti scientifici) vede annualmente diminuire i propri fondi, soppresse le borse post-dottorato, svilire il valore del titolo sul piano extra universitario quanto accademico. Sarebbe assai facile allungare la lista dei mali che affliggono le nostre universita'.

Molti bravi docenti, dopo tanti anni di impegno generoso e disinteressato, si sono "ritirati" limitandosi a continuare a fornire una buona didattica ma disincantati e sfiduciati sul fronte del rinnovamento. Anche in questa universita' "abbandonata" al proprio destino, si stanno facendo avanti figure di "furbetti accademici", una nuova specie rampante, coloro i quali, cinici e disaffezionati, inventano mediocri Master, promettono attestati di successo nel cosiddetto "mercato" e illudono gli studenti che esistono scorciatoie che evitano la fatica dell'impegno di studio
Eppure e' da questa prestigiosa istituzione che continueranno ad uscire tecnici, ingegneri, manager, letterati, filosofi, scienziati cui spettera' il compito di progettare e realizzare il futuro del nostro bel paese.

Noi riponiamo fiducia nel Governo Prodi. I primi segnali ci lasciano intravedere segni di discontinuita' con la tragica conduzione politica del passato.

Caro Ministro dell'Universita' e della Ricerca scientifica, noi docenti universitari continuiamo a resistere e a sperare fiduciosi che questa prestigiosa istituzione abbia mura salde tali da poter garantire ancora una seria formazione ai giovani del nostro Paese e un avvenire, com'e' nella nostra tradizione, di una produzione scientifica alta. Noi ci aspettiamo da questo Governo non solo un segnale chiaro di ripresa, ma una vera e propria svolta attraverso un maggiore impegno finanziario per la Ricerca, regole certe di funzionamento e accesso alle carriere universitarie e soprattutto ai giovani piu' meritevoli. Noi metteremo la nostra ancora non esaurita energia nel tentare non solo di arginare il disfacimento ma, anzi, di avviare la ripresa. Questa volta, pero', non saremo spettatori passivi, ne' concederemo ad alcuno deleghe in bianco. Questo il compito, lo sappiamo, che ci spetta e questo vogliamo e continueremo a fare. Adesso tocca a Voi, nostri Rappresentanti eletti, incoraggiare, favorire e rendere possibili questi propositi; noi Le rivolgiamo, per parte nostra, un sincero augurio di buon lavoro.

Primi firmatari:
Branca Paolo, Budoni Alberto, Burghignoli Alberto, Campanella Luigi, Cellamare Carlo, Cellucci Carlo, Cenedese Antonio, Chiavola Agostina, Ciampoli Giuseppe, Colarossi Paolo, D'Amore Marcello, D'Arcangelo Enzo, Desideri Augusto, Giona Massimiliano, Marietti Piero, Onofri Marcello, Ottaviani Mario, Piva Renzo, Pugnaletto Maria, Rolle Enrico, Romano Giampaolo, Sabetta Filippo, Scandurra Enzo, Schianti Rosanna, Sciubba Enrico, Sestieri Aldo, Sonnino Eugenio, Storelli Franco, Tiberi Mario, Veca Giuseppe.

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Universita'. Le organizzazioni sindacali scrivono al ministro Fabio Mussi


All'on. Fabio Mussi, nuovo ministro dell'Universita' e della Ricerca, le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza universitaria inviano i migliori auguri di buon lavoro.

Si tratta di auguri non rituali data la gravita' dei compiti che attendono il nuovo Esecutivo che dovra' fare i conti con eredita' estremamente pesanti, sia per la poverta' politica degli obiettivi finora perseguiti, sia per l'indisponibilita' ad un vero dialogo, sia per la scarsita' delle risorse attribuite all'Universita' ed alla Ricerca, sia per la qualita' delle norme introdotte per questo settore cruciale nella vita del Paese.

Per quanto riguarda l'Universita', la gravita' della situazione e' tale da richiedere un'ampia gamma di interventi, accogliendo le proposte avanzate dal mondo dell'Universita' in questi anni, in primo luogo dalle Organizzazioni ed Associazioni della docenza universitaria, ma anche dalle Organizzazioni del personale tecnico-amministrativo, dei precari, degli studenti. Di questi interventi, alcuni richiedono per il loro oggetto l'adozione dello strumento della legge ordinaria e quindi del relativo iter parlamentare, che - per quanto possa essere veloce - richiede i necessari
tempi politici e tecnici.

Vi sono pero' delle urgenze che possono trovare una risposta immediata o almeno piu' rapida nell'azione normativa autonoma del Ministero, urgenze che possono essere cosi' sintetizzate:

- affermazione del ruolo della Universita' nel campo della ricerca e dello sviluppo della innovazione, concentrando su questo versante l'impegno politico e di risorse economiche atte a avvicinarsi (meglio ancora a raggiungere) l'obiettivo di spendere il 3% del P.I.L. nella ricerca e nella innovazione. Questa e' una scelta non eludibile per ridare competitivita' al sistema paese;

- superamento del precariato; il fenomeno del precariato (comune anche al personale tecnico-amministrativo), per di piu' in forme molteplici e del tutto inadeguate ad un rapporto di lavoro, ha raggiunto nelle Universita' una dimensione quantitativa e qualitativa intollerabile: e' indispensabile uno sforzo eccezionale per bandire posti 'freschi' di ruolo per ricercatori, istituendo al piu' presto un'unica figura contrattuale pre-ruolo di breve durata (con un trattamento economico e normativo che ne assicuri la dignita'). Uno sforzo che richiede un grosso intervento finanziario straordinario aggiuntivo e che nell'immediato puo' essere iniziato utilizzando parzialmente le risorse esistenti, considerati i prossimi pensionamenti;

- approvazione della Carta dei diritti degli studenti;

- implementazione degli attuali meccanismi di valutazione, in attesa di una legge organica ad hoc, che non diventi strumento di ulteriore controllo gerarchico dei docenti, ai quali va garantita la liberta' di ricerca e di insegnamento;

- una pausa nel percorso di riforma della didattica e avvio immediato di una profonda valutazione dell'attuazione del "3+2", con il coinvolgimento dell'intera comunita' universitaria, prima di procedere ulteriormente;

- una rapida consultazione in ordine ai meccanismi concorsuali per la prima e la seconda fascia dei professori, per una nuova, urgentissima legge: qualunque cosa si pensi della relativa riforma Moratti, e' certo che questa comporta tempi cosi' lunghi e meccanismi cosi' farraginosi da sostanziare un vero e proprio blocco (in tempi di numerosissimi prossimi pensionamenti). Nella prospettiva della netta distinzione tra reclutamento e avanzamento nella carriera dei docenti, necessario e urgente e' considerare che gli attuali ricercatori costituiscono la fascia di ingresso della docenza;

- una riflessione sugli attuali criteri di attribuzione del Fondo Ordinario di Funzionamento, tenendo conto delle valutazioni del sistema e prendendo anche in esame le specifiche condizioni delle Universita' che insistono su territori profondamente differenti e che operano per il miglioramento culturale e sociale delle loro comunita' .

Questi pochi punti ovviamente si pongono solo come alcune delle urgenze piu' gravi e devono essere affrontati nel contesto piu' ampio di una grande azione di riforma. Le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza in questi anni hanno espresso molte proposte gia' puntuali nei contenuti, ma il dialogo e' sempre stato rifiutato.

Oggi, all'inizio dell'operare del nuovo Governo, e' necessario instaurare un vero confronto tra il Ministro e le forze rappresentative della docenza, dei precari, degli studenti. Le Organizzazioni e le Associazioni della docenza universitaria manifestano tutta la loro piena disponibilita' ad incontrare il piu' presto possibile il nuovo Ministro.

ADI, ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL-Universita', CISL-Universita', CNRU, CNU,
FIRU, FLC-CGIL, SNALS-Universita', SUN, UILPA-UR

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