Difendiamo l'Università pubblica
Il documento L'Assemblea nazionale, tenutasi il 22 luglio a La Sapienza di Roma, delle Organizzazioni e Associazioni della Docenza e degli Studenti, ha discusso il D.L. 112 e i provvedimenti governativi in materia finanziaria e di pubblico impiego che strangolano il settore. Lanciato l'allarme e la mobilitazione
(tratto da AprileOnLine.info, 24 luglio 2008, 12:12)
L'Assemblea nazionale, tenutasi il 22 luglio 2008 nell'Aula Magna dell'Università La Sapienza di Roma, indetta dalle Organizzazioni e Associazioni della Docenza e degli Studenti, ha discusso la gravissima situazione venutasi a determinare a seguito dell'emanazione del D.L. 112 e dei provvedimenti governativi in materia finanziaria e di pubblico impiego.
L'Assemblea nazionale assume il documento di denuncia e di protesta delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni del 10 luglio 2008 e condivide i contenuti delle numerosissime prese di posizione degli Organi
accademici, che in questi giorni si sono espressi duramente, protestando contro la linea governativa di strangolamento dell'Università pubblica.
L'opinione pubblica deve sapere che, attraverso la riduzione dei finanziamenti, il blocco del turn over, gli espliciti intenti di privatizzazione, l'attacco ai diritti degli studenti, dei docenti e dei tecnico-amministrativi (senza contratto da oltre 31 mesi e con retribuzioni insufficienti), produrrà il progressivo svuotamento degli Atenei, l'impossibilità per un'intera generazione di giovani e di precari di entrare nei ruoli dell'Università, difficoltà per gli studenti di accedere alla formazione universitaria a causa dell'aumento delle tasse e delle crescenti barriere formali e sostanziali, la possibile alienazione del patrimonio delle Università come scelta imposta per far fronte alla mancanza di finanziamenti, la diminuzione dei servizi agli studenti e il rischio della perdita dell'autonomia, la penalizzazione, in particolare, degli Atenei del Mezzogiorno, già oggetto di pesanti tagli.
In una parola, scomparirà l'Università italiana come luogo pubblico di ricerca, di creazione e di trasmissione della conoscenza come bene comune.
Sarà cancellato il ruolo dello Stato nell'alta formazione, sancito e garantito dal titolo V della Costituzione.
Gli interventi governativi non sono un fatto casuale e congiunturale: essi disegnano un modello che si dispiegherà nel lungo periodo attraverso ulteriori interventi legislativi destinati a colpire e a ridimensionare lo Stato sociale nel suo complesso.
Inoltre, un ulteriore impoverimento del sistema-paese deriverebbe dal fatto che, mancando i concorsi per i giovani, gli aspiranti ricercatori saranno costretti a migrare verso altri Paesi più ricettivi, contribuendo così paradossalmente a renderli più competitivi rispetto al nostro.
Contro questo disegno l'Assemblea nazionale protesta decisamente, denunciando i guasti che deriverebbero all'intera comunità nazionale dalla sua attuazione.
La classe politica deve ascoltare la nostra protesta e prendere atto che essa e' fortemente congiunta alla volontà di cambiamento delle Università.
Occorre offrire soluzioni credibili per far crescere e migliorare il sistema pubblico della formazione.
Pertanto, l'Assemblea nazionale:
-chiede al Governo l'immediato stralcio di tutte le norme sull'Università contenute nei provvedimenti governativi;
-chiede al Governo che si inverta la manovra economica, destinando alle Università nuove risorse economiche anche al fine di bandire concorsi per giovani, avviando così la soluzione del grave problema del precariato;
-invita gli Atenei a sospendere l'avvio del prossimo anno accademico, informando e discutendo con gli studenti e con il personale tutto adeguate forme di mobilitazione;
-invita le Università a non approvare i propri bilanci preventivi in mancanza delle adeguate risorse economiche;
-chiede alla CRUI, al CUN, al CNAM e al Consiglio nazionale degli studenti una presa di posizione forte ed esplicita per l'apertura di un confronto inteso a promuovere i veri interessi della comunità universitaria;
- preannuncia, a partire da settembre, un calendario di iniziative di mobilitazione nazionali e locali, per preparare una seconda manifestazione nazionale e arrivare, se necessario, allo sciopero di tutte le componenti universitarie e alla sospensione di ogni attività didattica;
-invita tutti i lavoratori e gli studenti delle Università a mobilitarsi congiuntamente, nella consapevolezza della gravità della situazione attuale e delle prospettive future.
DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DELL'UNIVERSITA'
indetta da ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL-UNIVERSITA', CNRU, CNU, CONFSAL FED. SNALS-CISAPUNI, FEDERAZIONE CISL-UNIVERSITA', FLC-CGIL, RNRP, SUN, UDU e UILPA-URAFAM
(tratto da AprileOnLine.info, 24 luglio 2008, 12:12)
L'Assemblea nazionale, tenutasi il 22 luglio 2008 nell'Aula Magna dell'Università La Sapienza di Roma, indetta dalle Organizzazioni e Associazioni della Docenza e degli Studenti, ha discusso la gravissima situazione venutasi a determinare a seguito dell'emanazione del D.L. 112 e dei provvedimenti governativi in materia finanziaria e di pubblico impiego.
L'Assemblea nazionale assume il documento di denuncia e di protesta delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni del 10 luglio 2008 e condivide i contenuti delle numerosissime prese di posizione degli Organi
accademici, che in questi giorni si sono espressi duramente, protestando contro la linea governativa di strangolamento dell'Università pubblica.
L'opinione pubblica deve sapere che, attraverso la riduzione dei finanziamenti, il blocco del turn over, gli espliciti intenti di privatizzazione, l'attacco ai diritti degli studenti, dei docenti e dei tecnico-amministrativi (senza contratto da oltre 31 mesi e con retribuzioni insufficienti), produrrà il progressivo svuotamento degli Atenei, l'impossibilità per un'intera generazione di giovani e di precari di entrare nei ruoli dell'Università, difficoltà per gli studenti di accedere alla formazione universitaria a causa dell'aumento delle tasse e delle crescenti barriere formali e sostanziali, la possibile alienazione del patrimonio delle Università come scelta imposta per far fronte alla mancanza di finanziamenti, la diminuzione dei servizi agli studenti e il rischio della perdita dell'autonomia, la penalizzazione, in particolare, degli Atenei del Mezzogiorno, già oggetto di pesanti tagli.
In una parola, scomparirà l'Università italiana come luogo pubblico di ricerca, di creazione e di trasmissione della conoscenza come bene comune.
Sarà cancellato il ruolo dello Stato nell'alta formazione, sancito e garantito dal titolo V della Costituzione.
Gli interventi governativi non sono un fatto casuale e congiunturale: essi disegnano un modello che si dispiegherà nel lungo periodo attraverso ulteriori interventi legislativi destinati a colpire e a ridimensionare lo Stato sociale nel suo complesso.
Inoltre, un ulteriore impoverimento del sistema-paese deriverebbe dal fatto che, mancando i concorsi per i giovani, gli aspiranti ricercatori saranno costretti a migrare verso altri Paesi più ricettivi, contribuendo così paradossalmente a renderli più competitivi rispetto al nostro.
Contro questo disegno l'Assemblea nazionale protesta decisamente, denunciando i guasti che deriverebbero all'intera comunità nazionale dalla sua attuazione.
La classe politica deve ascoltare la nostra protesta e prendere atto che essa e' fortemente congiunta alla volontà di cambiamento delle Università.
Occorre offrire soluzioni credibili per far crescere e migliorare il sistema pubblico della formazione.
Pertanto, l'Assemblea nazionale:
-chiede al Governo l'immediato stralcio di tutte le norme sull'Università contenute nei provvedimenti governativi;
-chiede al Governo che si inverta la manovra economica, destinando alle Università nuove risorse economiche anche al fine di bandire concorsi per giovani, avviando così la soluzione del grave problema del precariato;
-invita gli Atenei a sospendere l'avvio del prossimo anno accademico, informando e discutendo con gli studenti e con il personale tutto adeguate forme di mobilitazione;
-invita le Università a non approvare i propri bilanci preventivi in mancanza delle adeguate risorse economiche;
-chiede alla CRUI, al CUN, al CNAM e al Consiglio nazionale degli studenti una presa di posizione forte ed esplicita per l'apertura di un confronto inteso a promuovere i veri interessi della comunità universitaria;
- preannuncia, a partire da settembre, un calendario di iniziative di mobilitazione nazionali e locali, per preparare una seconda manifestazione nazionale e arrivare, se necessario, allo sciopero di tutte le componenti universitarie e alla sospensione di ogni attività didattica;
-invita tutti i lavoratori e gli studenti delle Università a mobilitarsi congiuntamente, nella consapevolezza della gravità della situazione attuale e delle prospettive future.
DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DELL'UNIVERSITA'
indetta da ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL-UNIVERSITA', CNRU, CNU, CONFSAL FED. SNALS-CISAPUNI, FEDERAZIONE CISL-UNIVERSITA', FLC-CGIL, RNRP, SUN, UDU e UILPA-URAFAM
Etichette: politica universitaria
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