Mussi: entro il 2007 riforma del sistema Universita'
22 settembre 2006 - Unita'
"HO PARLATO di bordello riferendomi alla governance dell’Universita' italiana, di come e' gestito il sistema universitario del nostro paese a partire dal ministero per finire alla struttura interna degli atenei. Il paragone Universita'-bordello e' offensivo.
Siamo gli ultimi nella spesa pro-capite in ricerca, ma non nei risultati dove abbiamo punte di eccellenza. Cio' significa che il sistema universitario italiano e' sostanzialmente sano". Il ministro Mussi puntualizza le parole di martedi' al convegno di Confindustria, annunciando che la sua riforma della governance del sistema universitario "sara' presentata al Parlamento per la seconda meta' del 2007".
Ministro, non puo' negare che l'espressione "ho trovato un discreto bordello" era abbastanza forte...
"Era un'espressione in slang, frutto di un confronto franco fatto con gli industriali che ha portato all'obiettivo comune di rilanciare la ricerca in Italia. Mi riferivo pero' ad uno specifico problema, quello della governance del sistema universitario. A quel complesso sistema di regole, istituzioni, poteri attraverso i quali il sistema stesso viene governato, dal ministero al Consiglio universitario, ai consigli accademici. Si tratta di un sistema antiquato e malfunzionante che va profondamente riformato. Il problema principale e' rompere la tendenza alla conservazione. Dal ministero fino agli atenei esistono sovrapposizioni di competenze che rendono difficile ogni cambiamento. Semplificheremo tutto il sistema, precisando le singole competenze, delegando in modo chiaro i diversi poteri. E vogliamo che ogni ateneo, ogni facolta' siano valutati da un'Agenzia indipendente da governo ed enti stessi che ne rilevi risultati, legando a questo una parte negli anni crescente del budget, premiando coloro che fanno bene. Non vogliamo "controllare" dirigisticamente il merito dei vertici, mica siamo "guardie rosse" durante la rivoluzione culturale cinese... ".
Un esempio pratico di queste sovrapposizioni?
"La proliferazione delle Universita' denunciata anche dal presidente della Repubblica e' l'esempio migliore: in vent'anni gli Atenei sono quasi raddoppiati e sono proliferati le facolta' e i corsi, con una spinta dal basso e dall'alto. Cio' e' stato possibile proprio perche' il sistema non aveva capacita' di autocorrezione. Questa e' la crisi della governance. Ora bisogna far rispettare e rendere piu' rigorosi i requisiti minimi e gli standard. Comunque, gia' a legge esistente, ho fermato l'Universita' di Villa San Giovanni e 5 nuove telematiche che si aggiungevano alle 12 gia' esistenti".
Lei cerca consenso per questa "rivoluzione". E i rettori?
"I rettori mi dicono: "e' giusto, ma e' questione assai delicata". E io rispondo: e' delicata, ma va affrontata. Stabilendo che entro il 2007 presenteremo al Parlamento la riforma, ascoltando le indicazioni di tutte le componenti dell'Universita' italiana".
Ma negli atenei il potere dei baronati e' sempre forte...
"Non mi piacciono gli slogan, chi parla di baroni si salva l'anima ma non affronta il problema. Nei prossimi cinque anni andranno in pensione 30 mila docenti, il 47% del totale. e' un'occasione straordinaria per aprire le porte dell'universita' ai giovani. Per questo chiedo in Finanziaria l'inizio di un piano decennale di assunzione di giovani ricercatori e la rimozione del blocco del turn over per universita' e ricerca".
Le lauree triennali non danno sbocco verso il mondo del lavoro.
"La riforma di Berlinguer e' stata positiva, ma ha avuto effetti collaterali indesiderati aggravati dagli interventi della Moratti. Le lauree triennali sono diventate spesso un vicolo cieco, non sono ne' carne ne' pesce. Dobbiamo fare in modo che diano un profilo culturale e professionale per dare sbocchi precisi nel mondo del lavoro. Per farlo ho gia' ridotto il numero degli esami previsti, arrivati in certi casi anche a 35, fissando il limite a 20. Ora bisogna ridurre il numero dei corsi proliferati da 2300 a 5500. Nel decreto sulle classi di laurea c'e' una norma che lo rendera' possibile".
"HO PARLATO di bordello riferendomi alla governance dell’Universita' italiana, di come e' gestito il sistema universitario del nostro paese a partire dal ministero per finire alla struttura interna degli atenei. Il paragone Universita'-bordello e' offensivo.
Siamo gli ultimi nella spesa pro-capite in ricerca, ma non nei risultati dove abbiamo punte di eccellenza. Cio' significa che il sistema universitario italiano e' sostanzialmente sano". Il ministro Mussi puntualizza le parole di martedi' al convegno di Confindustria, annunciando che la sua riforma della governance del sistema universitario "sara' presentata al Parlamento per la seconda meta' del 2007".
Ministro, non puo' negare che l'espressione "ho trovato un discreto bordello" era abbastanza forte...
"Era un'espressione in slang, frutto di un confronto franco fatto con gli industriali che ha portato all'obiettivo comune di rilanciare la ricerca in Italia. Mi riferivo pero' ad uno specifico problema, quello della governance del sistema universitario. A quel complesso sistema di regole, istituzioni, poteri attraverso i quali il sistema stesso viene governato, dal ministero al Consiglio universitario, ai consigli accademici. Si tratta di un sistema antiquato e malfunzionante che va profondamente riformato. Il problema principale e' rompere la tendenza alla conservazione. Dal ministero fino agli atenei esistono sovrapposizioni di competenze che rendono difficile ogni cambiamento. Semplificheremo tutto il sistema, precisando le singole competenze, delegando in modo chiaro i diversi poteri. E vogliamo che ogni ateneo, ogni facolta' siano valutati da un'Agenzia indipendente da governo ed enti stessi che ne rilevi risultati, legando a questo una parte negli anni crescente del budget, premiando coloro che fanno bene. Non vogliamo "controllare" dirigisticamente il merito dei vertici, mica siamo "guardie rosse" durante la rivoluzione culturale cinese... ".
Un esempio pratico di queste sovrapposizioni?
"La proliferazione delle Universita' denunciata anche dal presidente della Repubblica e' l'esempio migliore: in vent'anni gli Atenei sono quasi raddoppiati e sono proliferati le facolta' e i corsi, con una spinta dal basso e dall'alto. Cio' e' stato possibile proprio perche' il sistema non aveva capacita' di autocorrezione. Questa e' la crisi della governance. Ora bisogna far rispettare e rendere piu' rigorosi i requisiti minimi e gli standard. Comunque, gia' a legge esistente, ho fermato l'Universita' di Villa San Giovanni e 5 nuove telematiche che si aggiungevano alle 12 gia' esistenti".
Lei cerca consenso per questa "rivoluzione". E i rettori?
"I rettori mi dicono: "e' giusto, ma e' questione assai delicata". E io rispondo: e' delicata, ma va affrontata. Stabilendo che entro il 2007 presenteremo al Parlamento la riforma, ascoltando le indicazioni di tutte le componenti dell'Universita' italiana".
Ma negli atenei il potere dei baronati e' sempre forte...
"Non mi piacciono gli slogan, chi parla di baroni si salva l'anima ma non affronta il problema. Nei prossimi cinque anni andranno in pensione 30 mila docenti, il 47% del totale. e' un'occasione straordinaria per aprire le porte dell'universita' ai giovani. Per questo chiedo in Finanziaria l'inizio di un piano decennale di assunzione di giovani ricercatori e la rimozione del blocco del turn over per universita' e ricerca".
Le lauree triennali non danno sbocco verso il mondo del lavoro.
"La riforma di Berlinguer e' stata positiva, ma ha avuto effetti collaterali indesiderati aggravati dagli interventi della Moratti. Le lauree triennali sono diventate spesso un vicolo cieco, non sono ne' carne ne' pesce. Dobbiamo fare in modo che diano un profilo culturale e professionale per dare sbocchi precisi nel mondo del lavoro. Per farlo ho gia' ridotto il numero degli esami previsti, arrivati in certi casi anche a 35, fissando il limite a 20. Ora bisogna ridurre il numero dei corsi proliferati da 2300 a 5500. Nel decreto sulle classi di laurea c'e' una norma che lo rendera' possibile".
Etichette: politica universitaria
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